Confesso che riesco sempre meno ad appassionarmi a un libro e spesso lascio le mie letture incompiute. Credo sia un po’ la condanna dei professionisti dell’editoria, in particolare di coloro che continuano a studiare tecniche e teorie e finiscono per individuare “le impalcature” delle strutture narrative proprie e altrui a una prima occhiata.

Ma ci sono dei testi che continuano anche adesso a essere dei punti di riferimento per me, sia come scrittrice che come lettrice. Sono quei libri che mi hanno lasciato un’impressione profonda che non mi abbandona nemmeno con il passare degli anni. Sono i libri che avranno sempre un posto speciale nella mia libreria.

Ne riporto qui solo cinque ma spesso condivido la bibliografia completa durante i miei corsi di scrittura creativa, per dare agli studenti qualche strumento in più.

Al primo posto, metterei Innamorarsi di April di Melvin Burgess. Esiste l’innocenza? E cos’è esattamente? È assenza di consapevolezza – come quella di April – o un consapevole ignorare ciò che in realtà si conosce benissimo? Una delle questioni più interessanti per chi si occupa di infanzia, sviscerata in una storia intensa che punta il dito contro il mondo degli adulti e le sue ipocrisie.

La vecchia copertina, che io preferisco.

Al secondo posto, c’è un libro che in Inghilterra è un classico 9-12 ma che qui da noi viene inspiegabilmente pubblicato in una collana per adulti. Il topo e suo figlio di Russel Hoban è un romanzo che parla di giocattoli a molla in cerca di libertà. Ma esiste la libertà? E che forma ha? Estremamente politica e intensa, la storia è ricca di colpi di scena e azioni poco scontate, oltre che di frasi incisive da appuntarsi o memorizzare. Un piccolo capolavoro che non bisognerebbe perdersi nonostante la copertina poco invitante.

Terzo, per me è Harun e il mar delle storie di Salman Rushdie, anche questo un 9-12 inglese finito misteriosamente in una collana per adulti dalla copertina scialba. L’autore lo ha scritto dopo la terribile esperienza dei “Versetti Satanici” e, nonostante la trama fantastica e la scrittura ironica, si avverte una sottile ma decisa critica al sistema editoriale e all’idea che un libro debba contenere solo cose piacevoli per poter essere letto. Lettura interessante sia per chi cerca un po’ d’evasione che per chi vuole esplorare temi ideologici oggi più attuali che mai. E ovviamente, interessante per i bambini.

Quarto, viene Quella strega di Tulip di Anne Fine, che non sembra essere più in catalogo nella sua versione italiana. Del resto, parla di “bambini cattivi” e oggi sembra che non possano esistere più o, per lo meno, che non possano essere raccontati in alcun modo al fine di preservare l’idea di innocenza tanto cara ai lettori adulti. Del resto, mi viene da aggiungere, dietro un “bambino cattivo” ci sono adulti inadeguati (e Tulip non fa eccezione), e forse è di questo che gli adulti non vogliono parlare. Il romanzo di Anne Fine però è un altro classico che non andrebbe dimenticato qui da noi e forse potrete reperirlo usato o in biblioteca (o in inglese, naturalmente, se conoscete la lingua).

Last but no least, Non ora, Bernardo di Dave McKee, da poco disponibile in Italia. Questo albo illustrato bellissimo è del 1980 e racconta della disattenzione dei genitori. Oggi ci sarebbero dei telefonini o dei computer al posto della TV ma il concetto resta attuale. Bernardo invoca inutilmente l’attenzione di genitori distratti, che non si accorgono nemmeno di un mostro che prende il suo posto. Geniale e arguto.

La lista è lunga, molto lunga, ma per ora mi fermo qui.

Please follow and like us:
Instagram
Seguimi via e-mail