È nata nel 1969 a Firenze ma su Wikipedia è presentata come “autrice e illustratrice britannica”. Non esistono tracce di lei se non nell’archivio del Festivaletteratura di Mantova, per un evento organizzato nel 2007. Non esistono suoi libri pubblicati in Italia, nonostante sia famosa in tutto il mondo come una delle più grandi rappresentanti dell’illustrazione e dell’arte visiva.

Come tanti cervelli in fuga, evidentemente Sara Fanelli ha preferito farsi adottare dal paese che l’ha vista laurearsi ed esordire. Ha disegnato un francobollo per le poste reali inglesi, ha collaborato con la BBC e con la Tate Modern Gallery di Londra, ma in Italia, come dicevo, di lei non c’è traccia e solo online è possibile reperire i suoi magnifici albi.

Nel corso dei molti anni passati tra Londra e l’Italia, ho avuto modo di collezionare alcune delle sue opere. Ricordo ancora quel giorno nel bookshop della Tate, quando mi imbattei in “Dear Diary”.

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Fanelli immagina un diario “matrioska”, ovvero sette diari che appartengono a sette personaggi collegati tra di loro (visibili in copertina).

Le immagini sono inconfondibili, con lo stile unico di una illustratrice che usa il collage in modo originale e ricco.

Lo consiglio senz’altro a chi è appassionato di illustrazione e ama i libri complessi, così come ai lettori piccoli a cui piacciono le storie che vanno dipanate una parola alla volta, con gusto e con pazienza. È un libro contro la fretta, contro il “consumo” della lettura, che offre ogni volta un’esperienza diversa, un dettaglio diverso.

È un peccato che un’autrice che avrebbe potuto essere un orgoglio nazionale sia invece sconosciuta ai più e accessibile solo a chi conosce la lingua inglese. Magari in futuro, chissà, qualche editore potrebbe osare. Intanto, godiamoci le versioni in lingua originale.

Sulla mia pagina Facebook parlo di “The Onion’s great escape”: CLICCA QUI PER LEGGERE

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