Quando insegno scrittura dico sempre ai miei studenti: se non lo sapete, imparate l’inglese, prima di tutto. Grazie all’inglese, avrete accesso a una più vasta scelta di libri, soprattutto quelli che in Italia non sono mai stati tradotti (e nessuno sa perché).

I romanzi di autori o autrici importanti che in Italia non arrivano sono più di quanto si creda e sono quasi sempre degli “award winner”. Non c’è alcun dubbio, infatti, che il mass market non abbia alcun problema a raggiungere lettori di ogni paese. Diverso è il discorso per quei romanzi che richiedono una “readership” preparata, forte, attenta, in cerca di originalità.

Tra i romanzi mai tradotti ci sono quelli di Sarah Crossan. Dopo una breve apparizione nella collana Feltrinelli Kids con “One”, di lei non si è più sentito parlare nonostante in Inghilterra continui una carriera brillante e pluripremiata.

Il livello di sperimentazione linguistica della Crossan è sempre molto alto e forse questo richiede un’attenzione nella traduzione che non viene compensata dalle vendite. Nel suo “We come apart”, scritto a quattro mani e con doppia voce con Brian Conaghan, il testo sembra composto in versi e la lettura ha un ritmo particolare di conseguenza.

La storia è estremamente drammatica, come tutti i romanzi della Crossan (altro motivo che ne ha impedito la traduzione qui da noi, il suo realismo spinto?), e mette a confronto due adolescenti che vivono situazioni problematiche nella Londra contemporanea. Lui è un rom con il destino che sembra già segnato, lei viene da una famiglia disastrata. Entrambi sotto l’occhio dei servizi sociali, progetteranno una fuga per cercare di salvarsi da un mondo adulto che sembra volerli spingere verso il baratro.

Il romanzo è mozzafiato per l’intensità dei sentimenti messi in gioco e per la scrittura originale. Non è simile a nessun altro YA in circolazione, è davvero una voce unica in un panorama editoriale che spesso sembra monocorde.

È un peccato che non sia mai stato tradotto in italiano ma tant’è. Imparare altre lingue credo sia una sfida stimolante per lettori e scrittori, una chiave d’accesso ad altri mondi letterari, una via di fuga da ciò che il mercato impone.

Come i romanzi della Crossan, ce ne sono molti altri e ne parlerò in seguito, sperando di regalare un po’ di novità a chi ne è in cerca.

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